venerdì 1 luglio 2011

LA DEPRESSIONE E L'ANSIA NELL'ANZIANO

LA DEPRESSIONE e L’ANSIA NELLA TERZA ETA’
                                                                                                                        Relatore
                                                                                                Dott.ssa Manuela Giambanco

            La nostra società sta progressivemente diventando una società di anziani. Il numero di persone over 65 anni è in costante aumento e paradossalmente l’aumento della speranza di vita è accompagnato dall’aumento di molte patologie (demenze senili, depressione e ansia).
            Una patologia in continua crescita è rappresentata dai disturbi dell’umore tra questi soprattutto la depressione e l’ansia. Le ragioni e le cause sono multiple, prima tra tutte l’invecchiamento. Questo è una fase che accomuna tutte le specie viventi ed è caratterizzato da un forte cambiamento fisico (cambiamento dell’aspetto fisico, rughe, perdita di forze) psicologico (difficoltà nel ricordare, malumore) e sociale (perdita del ruolo sociale: pensione, uscita di casa dei figli). Nell’anziano che invecchia prevale, quindi,  il concetto di “perdita”: successi, riuscita e guadagni sono gradualmente rimpiazzati da perdite, ridotta attività, rimpianti e delusioni. Vi è un aumento progressivo al ritiro dalle attività sociali e la rinuncia ad una vita indipendente. Il tutto si accompagna ad una graduale perdita del “ruolo” avuto sino ad allora. Questi cambiamenti , nello stile di vita, vengono considerati come inelluttabili e normali espressione del cambiamento e spesso vengono ignorati come segnali di una depressione mascherata. Un’altra difficoltà che rende difficile il trattamento della depressione senile è che gli anziani pensano di essere troppo vecchi per curarsi, che il disturbo guarirà da solo e che il cercare aiuto per la propria tristezza è un non senso o una debolezza.
Chi è depresso e ansioso soffre moltissimo. La depressione e l’ansia non è un qualcosa di immaginario, che qualcuno inventa, ma non è neppure una situazione che può essere modificata o migliorata con uno sforzo di volontà. E’ una malattia che va compresa, riconosciuta e curata.

I sintomi della depressione senile

Stati temporanei di tristezza, di delusione e di abbattimento non sono depressione, ma fanno parte della vita di tutti i giorni. La depressione è una malattia che provoca una intensa sofferenza morale e fisica.
I sintomi della depressione senile sono:
  • Umore depresso: a differenza di quello che avviene nel giovane o nell’adulto, gli anziani spesso non si lamentano. Non esprimono sentimenti di tristezza. Una flessione del tono dell’uomore è meno presente, questo perché la considerano tipica dell’età. Compare di più ansia e sintomi somatici;
  • Sintomi psicotici: la visione pessimistica accentuna la falsa interpretazione della realtà, per questo aumentano le idee paronoiche (riguardante la famiglia e la propria guarigione) e l’ipocondria.
  • Sintomi d’ansia: preoccupazione, apprensione e ansia di fronte ad eventi normali la cui portata viene ingigantita.
  • Sintomi somatici: nell’anziano la depressione è spesso nascosta da sintomi somatici (dolori articolari, cefalee, palpitazioni, tachicardie, ecc)
  • Riduzione dei processi cognitivi: tale riduzione è spesso descritta come “pseudo-demenza” ed è molto importante differenziarla da un vero quadro di demenza. I pazienti che sofffrono di depressione sono coscienti delle loro mancanze nella memoria, nell’orientamento spazio-temporale, cosa che non si verifica con i pazienti con un quadro di demenza senile. Nella depressione non vi è una vera perdita dei ricordi, né antichi né recenti, ma piuttosto una difficoltà a rievocarli: ciò significa che l’amnesia è solo apparente e non legata alla presenza di lesioni cerebrali.
  • Disturbi del sonno:  riduzione del ciclo sonno-veglia.

Che cosa è l’ansia?

 L’ansia non sempre è uno stato disfunzionale, problematico, da cuare. Nel caso, ad esempio, di un senso d’apprensione che può essere scatenato dalla preoccupazione per evento imminente, come un esame medico. Questo tipo di ansia è una reazione normale a una circostanza specifica.
L’ansia patologica scatena, invece, un senso di pericolo incombente che si associa praticamente a qualsiasi situazione di incertezza o addiritura non a una causa apparente: si tratta di un intenso disagio psichico, generato dalla sensazione di non essere in grado di fronteggiare gli eventi futuri. Comunemente elevati livelli di ansia si manifestano attraverso sintomi fisici, quali tensione muscolare, sudore allle mani, pesantezza di stomaco, difficoltà respiratorie, tremori, debolezza, tachicardia, ecc.
            Tra i principali disturbi d’ansia troviamo:
  • Il disturbo ossessivo-compulsivo;
  • Il disturbo da attacchi di panico;
  • Le fobie;
  • Il disturbo post traumatico da stress.
Nell’anziano tali manifestazioni si presentano con alcune peculiarità:
  • il disturbo da attacchi di panico: si presenta in forme meno gravi, comportando minori condotte di evitamento e minore disabilità funzionale;
  • Le fobie: esistono dati preliminari sulle specificità delle patologie, spesso riguarda il crimine, la possibilità di subire furti o aggressioni;
Vi sono evidenze di una relazione fra sindromi ansiose e alcune malattie mediche (demenze senili).
A loro volta, poi i sintomi ansiosi peggiorano la prognosi delle malattie mediche e possono provocare abuso di tranquillanti.

Le strategie di cura

Alla luce di quanto sopra espoosto, possiamo dire che ansia e depressione sono condizioni comuni nella fascia dei soggetti in età avanzata, ma quando si tratta realmente di patologia?
La grande diffusione nel linguaggio comune del termine “depressione” nel linguaggio sfocia talora in un vero e proprio abuso che finisce per includere anche forme più contenute di disagio legate spesso allo scarto tra come si è e come si vorrebbe essere.
Per discriminare ed eseguire un’accurata analisi della domanda si rende allora fondamentale un approfondito esame dello stato mentale del paziente anziano, che prenda in considerazione stato emotivo (calma, agitazione, labilità emotiva), umore (deflessione o vitalità) e presenza di eventuali somatizzazioni.
            Nell’anziano la depressione e l’ansia sono una condizione patologica che possono manifestarsi da sole o in concomitanza ad altre malattie (ictus, demenze senili, infarti cardiaci, malattie oncologiche).
            Chi desidera o vuole aiutare un depresso deve avere ben presente che non può essere facile relazionarsi con lui.

            Bisogna ricordare che:
·        Il “depresso” non accetta consigli e aiuti a causa dell’inerzia e dei suoi sensi di colpa;
·        Bisogna avere molta pazienza;
·        Bisogna rassicurare il “paziente” che la sua condizione non è unica, che non è solo e che la depressione non è un segno di debolezza.
·        Un primo intervento importante è ottenere una diagnosi corretta ed il trattamento adatto al suo caso. Questo significa incoraggiare la persona a cercare l’aiuto di uno specialista;
·        Importante è offrire un sostegno affettivo, armandosi di comprensione, pazienza, affetto e incoraggiamento.

Per curare in modo efficace e risolutivo la depressione e l’ansia, non esistono limiti di età. Nell’anziano il compito può risultare più difficile per le condizioni di salute precarie o spesso per la presenza di malattie somatiche.
In ogni caso una terapia condotta con attenzione e scrupolo, che tenga conto di questi fattori, ottiene la medesima percentuale di successi raggiungibili in altre età della vita.
L’invecchiamento del cervello e la depressione sono, infatti, due eventi separati e ben distinti ed è un pregiudizio che non trova riscontri clinici ritenere che la depressione e l’ansia nell’anziano siano una conseguenza diretta dell’invecchiamento organico del cervello.


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